Nel cuore del Digital Heritage Expo 2025 di Siena, la mostra Perceive Isis’ Colours accompagna i visitatori in un viaggio tra arte, scienza e tecnologia, dedicato alla riscoperta dei colori perduti del Tempio di Iside di Pompei, oggi custoditi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN).
Un progetto internazionale che intreccia ricerca scientifica e sperimentazione digitale per restituire alla scultura antica la sua dimensione più autentica: quella a colori, viva e simbolica.
Attraverso ricostruzioni 3D, intelligenza artificiale, imaging multispettrale, repliche fisiche e installazioni interattive, l’esposizione mette in discussione l’immagine tradizionale della scultura classica “in bianco e nero”, offrendo una prospettiva più vicina alla realtà storica e al suo significato culturale.
La mostra che rappresenta uno dei risultati principali del progetto europeo PERCEIVE, testimonia come la ricerca interdisciplinare possa trasformarsi in nuove forme di comunicazione museale: inclusive, partecipative e accessibili.
La tecnologia, da semplice supporto, diventa mezzo di relazione e conoscenza, capace di unire rigore scientifico e coinvolgimento sensoriale.
L’obiettivo è restituire al pubblico non solo la bellezza visiva del colore, ma anche la consapevolezza del suo valore simbolico e rituale, invitando a “prendersi cura” della fragilità del patrimonio culturale.
Per la sezione Echoes of Loss della mostra, Collettivo Digitale ha progettato e realizzato i moduli interattivi del Caring Prototype, nati dal dialogo con il team scientifico del CNR per tradurre le esigenze della ricerca in un linguaggio museale chiaro e accessibile.
Abbiamo curato il design dei moduli e sviluppato un sistema interattivo integrato che gestisce in modo sincronizzato sensori, proiezioni e contenuti video, rendendo tangibile la complessità delle analisi scientifiche.
Il percorso si articola in due moduli che mettono in relazione scienza, gesto e colore.
Nel Caring Lab, il visitatore sperimenta la diagnostica per immagini su una replica 3D di statua antica. Tre strumenti diagnostici stampati in 3D, dotati di tecnologia RFID/NFC, vengono avvicinati agli hotspot colorati della statua attivando automaticamente video di analisi multispettrale.
Nel The Colours Experience, il pubblico è invitato a “ridare vita” ai colori perduti. Sollevando tre cilindri di diverso peso, il visitatore attiva un projection mapping che ricolora la statua e un secondo proiettore che diffonde un video narrativo sullo sfondo.
Il progetto nasce all’interno di un programma di ricerca europeo che combina lo studio analitico dei pigmenti, le fonti storiche e le ricostruzioni digitali ad alta precisione. L’obiettivo è costruire un ponte tra il lavoro dei laboratori e l’esperienza del visitatore, traducendo la conoscenza scientifica in forme accessibili e coinvolgenti.
L'allestimento sviluppato da Collettivo Digitale esprime questa sintesi attraverso un design curato nei dettagli: materiali ignifughi, componenti modulari e software personalizzati, per un allestimento flessibile e di alta qualità museale.
I desk, dal design essenziale e finitura coordinata, integrano sistemi di proiezione e rilevamento con cablaggi discreti e una struttura progettata per essere facilmente trasportabile e manutenzionabile.
Perceive Isis’ Colours racconta una nuova visione del digitale nei luoghi della cultura: un linguaggio capace di rendere visibile ciò che era invisibile.
Grazie all’interazione, il visitatore entra nel processo scientifico, scopre la ricchezza simbolica del colore e ne comprende la fragilità. La tecnologia non sostituisce l’opera, ma la rilegge e la amplifica, restituendole luce, voce e significato.
Il progetto si inserisce nel lavoro dell’ISPC, hub del CNR dedicato alla ricerca, innovazione, formazione e trasferimento tecnologico nell’area strategica dei Beni Culturali.
In questa cornice, le installazioni multimediali sviluppate da Collettivo Digitale si collocano come strumenti di dialogo tra scienza e pubblico, esempi concreti di come il digitale possa supportare la divulgazione e l’accessibilità del patrimonio.
Un’esperienza che fonde design, tecnologia e narrazione, nata dall’incontro tra ricerca e creatività progettuale, e che restituisce al pubblico la meraviglia del colore ritrovato.
Foto credit CNR ISPC e Collettivo Digitale
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